FUOCO SABATO SANTO

Questa tradizione, in uso in diverse zone d’Italia, è strettamente legata alla benedizione degli animali che si teneva nella stessa occasione (ad Ascrea il rito della benedizione degli animali è scomparso in seguito alla scomparsa di allevamenti ed animali da lavoro) ed ha un risvolto religioso legato a Cristo. Il “fuoco sacro” del sabato Santo è collegato alla liturgia “della luce”, dove i 2 simboli fondamentali sono: il fuoco e il cero pasquale.

IL FUOCO. Solitamente si predispone davanti alla chiesa un piccolo braciere con qualche carboncino e piccole fascine da ardere e questo fuoco (che ha un valore chiaramente simbolico legato alla luce ed alla risurrezione di Cristo risorto dal buio della morte), illumina i credenti presenti e vince le tenebre della notte pasquale.

 Il fuoco viene acceso prima che inizi la celebrazione della S.Messa e viene benedetto dal Parroco con un rituale semplice accompagnato da parole legate alla Risurrezione: da questo fuoco si accende poi il cero che è il simbolo principale della luce e, dallo stesso fuoco, vengono poi presi dei carboncini che i fedeli riportano a casa. Si celebra in maniera popolare la vittoria della luce sulle tenebre, del calore sul freddo, della vita sulla morte e tutto questo è simbolizzato da fuoco nuovo, che raccoglie intorno a sé il gruppo di fedeli in preghiera.

IL CERO. I fedeli riuniti all’esterno della chiesa, assistono poi al rito dell’accensione del cero pasquale, simbolo principale del Cristo Risorto. Questo è il vero simbolo della nuova vita di Cristo ed in Cristo che salva tutti i peccatori dalle tenebre e permette loro di entrare nel regno della luce. Da evidenziare che sul Cero sono incise la croce, le lettere dell’alfabeto greco Alfa e Omega, che stanno a significare che Gesù Cristo è il principio e la fine di ogni cosa. Un rituale andato oramai perso era quello che durante l’accensione, il parroco conficcava 4 grani d’incenso alle quattro estremità della croce ed un quinto grano al centro. Questi 5 grandi di incenso stavano a simboleggiare le cinque piaghe gloriose di Cristo (le mani, i piedi e il costato). Quindi il prete, portando il cero pasquale e recitando le preghiere del caso, guida la processione verso l’interno della chiesa: sulla porta intona per la prima volta Lumen Christi (la luce di Cristo), ed i fedeli il Deo Gratias ( grazie a Dio). Arrivato al centro della chiesa il parroco intona di nuovo Lumen Christi e tutti i fedeli accendono la loro candela. Successivamente il cero viene posizionato vicino all’altare e incensato.