LE PANTASIME

I festeggiamenti dell’Agosto Ascreano si chiudono con Il ballo della Pantasima ed i fuochi di artificio che illuminano la vallata ed il lago.

Quella della Pantasima è una tipica tradizione popolare del reatino e si svolge generalmente durante le feste patronali (mediamente nel mese di Agosto). Il suo nome deriverebbe da una corruzione popolare del sostantivo latino phantasma=che si mostra.

In passato la tradizione lo voleva come un un grosso fantoccio, con le sembianze femminili, costruito con un’intelaiatura di canne ricoperta da carta di vario colore (generalmente recuperata da giornali e riviste), al cui interno vi è lo spazio per la persona che la dovrà ballare, mentre al suo esterno vengono applicati numerosi giochi pirotecnici. Anticamente, il ballo della Pantasima aveva un significato propiziatorio e di chiusura della festa, che terminava con l’incendiamento del fantoccio stesso.

Ai giorni nostri generalmente le pantasime sono 2 e formano una tradizionale coppia uomo e donna.

La donna è ammiccante, provocante, compie piroette si diverte ma al tempo stesso vuole sorprendere, spaventare, incutere timore. L’uomo le gira intorno, la corteggia e cerca anche un contatto fisico.

In passato la pantasima usciva spesso d’improvviso, piombava nella piazza affollata per la festa da una stradina buia (generalmente dalle scale che scendono vicino alla casa del prete).
Ora è questo ballo è un appuntamento organizzato ed atteso ed il suo arrivo deve divertire i presenti. La pantasima è accompagnata da bande musicali locali e deve danzare il saltarello o balli simili e deve inchinarsi, compiere continue piroette, provocare l’uomo…
Infine, quando la folla è stanca ed eccitata e i piccoli giochi pirotecnici posti sull’intelaiatura sono oramai spenti, la Pantàsima deve morire. E la sua morte deve essere uguale a quella delle streghe, perché lei, nell’immaginario collettivo, è una strega. Perciò come nel medioevo, va bruciata pubblicamente (in passato i presenti le sputavano addosso, la colpivano con calci, la ingiuriavano, la spintonavano). Azioni e gesti che la gente eseguiva quasi sempre senza rendersene conto. Questo ovviamente non avviene più.
Sono tanti i paesi dove si ha memoria di questo rito e dove ancora si può assistere al suo consumarsi. Oggi il rito è mediamente incompleto o mutato (ad Ascrea non vien più bruciata per evitare rischi con i presenti), comunque, per la folla oggi ha la stessa valenza del passato.
Moderni antropologi affermano che bruciare la Pantàsima è come distruggere il male. Il fuoco svolge ancora una funzione purificatrice. Con la Pantàsima in fiamme, si allontanano le forze nefaste e gli influssi negativi che la gente avverte intorno a sé e si pensa di esercitare un’azione protettiva sulla comunità locale.

Per ulteriori informazioni, foto e video, si rimanda alla pagina della Proloco Ascrea.